martedì 23 febbraio 2010

UTOPIA AL CUBO

Giovedì 25 al Qube di via di Portonaccio, a Roma, sono sul palco i Pura Utopia, una band difficile da echitettare ma molto divertente da ascoltare. Per avere un'idea di chi siano, visitate il loro sito web o il loro myspace. Noi ora facciamo due chiacchiere con il front-man, lead-vocal, text-writer, insomma col capoccia Sandro Curatolo. Che musica fate, Sandro?
Beh... questa è la vera domanda da un milione di dollari... Dare una definizione della nostra musica non è cosa facile, soprattutto per noi che la facciamo. Non abbiamo mai pensato di conformarci in uno stile, anche se magari ascoltando i nostri brani si possono rintracciare molte assonanze con diversi generi e autori che ci hanno segnato nella nostra formazione. Rispetto alla musica, mi piace immaginarla come un linguaggio, in cui ogni genere e sfumatura è adatta ad esprimere certe sensazioni o atmosfere. Per questo, magari si può passare dal jazz un po' retrò, fino a rasentare le sonorità ska o ad entrare nel campo del pop o delle sonorità balcaniche. Non amo molto il termine "contaminazioni", ma credo che succeda qualcosa di simile. In realtà tentiamo di suonare quello che ci piace, tentando di non farci influenzare da una immagine prestabilita.
Da poco è uscito il vostro secondo album in studio. Io il primo l'ho avuto in regalo da un'amica comune, altrimenti forse non vi avrei mai nemmeno conosciuti. Quanto ne avete venduti? Si fanno ancora i soldi con i cd?
Credo che sia da diversi anni che questo non succede. In Italia è risaputo che a guadagnare qualcosa vendendo i dischi sono rimasti davvero in pochi. E per rispondere alla tua domanda, noi non siamo proprio tra quelli.
E invece i concerti? Spiego meglio la domanda: le vendite di musica on-line (escluso quindi la pirateria) hanno superato quelle dei cd, tanto che si sta registrando una tendenza di ritorno al vinile, che non è riproducibile facilmente e inoltre costituisce un oggetto con un valore in se, un po' come il libro. Inoltre, ho letto statistiche che situano il top delle vendite dei cd musicali ai tempi in cui era possibile noleggiarli, altro segno che forse sono proprio le strategie dei discografici ad essere sempre fuori tempo. Infine, molti artisti dell'ultima generazione hanno rinunciato a questa battaglia di retroguarda e hanno deciso che i soldi si fanno col sudore della fronte, cioè non coi diritti d'autore ma facendo concerti su concerti. Dunque, quanti concerti fate, come vanno, e come la pensi su questo tema?
In questo momento siamo appena usciti dallo studio di registrazione e stiamo iniziando a pianificare la promozione del disco. Si spera che nel prossimo periodo ci aspettino un po' di live. In realtà la maggior parte delle vendite di dischi, nelle formazioni emergenti, si fanno proprio durante i live, e non come una volta nei negozi. Per cui anche se "co.co.co." avrà una distribuzione nazionale (a cura di CNI) credo che il "live" sia indispensabile per la promozione. Rispetto alla situazione del mercato discografico, credo che non sia differente da quella del mercato in generale e più generalmente della situazione che ci tocca vivere in questo periodo... in poche parole è un disastro. Non credo che la causa sia la pirateria. Io sono favorevole al fatto che le persone possano usufruire dell'arte in maniera completa. Spero che questa crisi che viviamo nel momento attuale porti al fatto che al posto di avere pochi artisti strapagati (come è avvenuto fino a poco fa), la situazione ci porti ad avere molti artisti che riescono a far conoscere la loro arte e magari anche a viverci. 
I vostri testi sono satirici, più o meno amari, comunque molto agganciati alla vita reale. Ma lo sai che così non andrete mai a Sanremo?
Non è mai detta l'ultima parola. Potremmo sempre decidere di vendere l'anima al diavolo e fare una bellissima canzone d'amore oppure un inno nazionalista accompagnandoci magari al nipote di qualche gerarca del ventennio fascista.
Ho sempre sognato questo momento, in cui posso identificarmi nel responsabile della cultura di Rai1: fatti una domanda e datti una risposta.
Vabbè... ti concedo la soddisfazione. Cosa vorresti produrre con le vostre canzoni? Mi piacerebbe dare un contributo al fatto che le persone possano soffermarsi un attimo a ragionare su quello che gli sta succedendo e magari stimolare un po' una riflessione. L'ispirazione di moltissimi testi e dei temi dei nostri brani l'ho trovata in anni di impegno sociale al fianco degli amici del Movimento Umanista. Se la nostra musica fosse anche un microscopico aiuto alla causa della liberazione dell'essere umano dalla condizione di miseria in cui si trova in questo momento, sarei felicissimo.
...ecco perchè è inutile chiederti il perchè del nome del gruppo.
Dunque ricapitoliamo: il 25 febbraio, nell'ambito della serie dei giovedì di Radiorock al Qube di via di Portonaccio in Roma, alle ore 22, suoneranno i Pura Utopia. L'ingresso è gratuito per cui per una volta potete anche decidere di comprarlo, un cd: nel caso, la vendita diretta consente di saltare i costi di distribuzione e quindi il disco verrebbe solo 10 euro. Venite, e soprattutto passate parola: la musica si rinnova dal basso, e non con le finte fabbriche di talenti della televisione, che portano i loro figliocci prediletti direttamente a vincere Sanremo. Che, fra l'altro, è stato per l'ennesima volta lo specchio fedele del Paese: un posto il cui premier una volta ebbe a dire che considerava l'elettore medio come un bambino di 10 anni e lo trattava di conseguenza, quindi gli è bastato utilizzare lo strapotere mediatico per far regredire davvero la gente a uno stadio preadolescenziale per assicurarsi il consenso - un posto in cui emergono i raccomandati con talento di plastica, mentre quelli bravi davvero faticano ad emergere.

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