giovedì 6 febbraio 2014

LA VERITA'

La Pravda: della serie "...forse non tutti sanno che...", la testata
ufficiale del comunismo sovietico si chiamava testualmente "verità"
Essendo pericoloso addentrarsi, come ad esempio in questo pezzo peraltro godibile, in uno dei concetti filosofici più ardui, facciamo un patto preliminare: sul concetto di "verità" restiamo sullo spicciolo.
Ripetere una bugia credendoci, attraverso i canali giusti, alla lunga la fa diventare una verità: questo assioma della comunicazione di massa è la componente del berlusconismo che lo ha reso vincente, al punto di trasformare a sua immagine anche gli avversari politici e quindi tutta la (prima solo "gran parte della") Informazione Ufficiale. La comunicazione deriva la gran parte delle sue categorie scientifiche dal marketing, insomma è roba ammericana, come la TV commerciale peraltro, e quindi è ovvio chi ne capisca di più tra i politici in Italia (altro che guru del web...). Ora, a pagina due dei manuali c'è scritto che ogni comunicazione è per definizione un tentativo di influenzamento del comportamento altrui, ogni comunicazione: anche un gesto in lontananza tra due che si scorgono in un deserto, chi lo fa (o anche chi evita di farlo) vuole che l'altro scappi lo aspetti o si avvicini. E però a pagina tre c'è scritto che il confine tra influenzare e manipolare è sottilissimo, e sta qui: se in quello che dico e/o faccio per indurti a comportarti come voglio sono falso e/o reticente anche in un minimo dettaglio, è manipolazione. La pubblicità, e da un ventennio anche la politica (si, si, anche prima, ma da un ventennio "professionalmente"), sono il regno della manipolazione. Ora rileggete da capo. Poi andiamo con una serie di esempi.
Uno. Andrebbe bene anche il nordafrica, ma l'Argentina offre un esempio più chiaro, di come sia facile disinformare quando l'oggetto è lontano e non abbiamo alcun modo diretto di acquisire elementi di verità. Ma a volte la lontananza è molto relativa, come a proposito dell'Argentina docet Guccini, e forse ci converrebbe seguire con interesse una vicenda di altri così a noi per molti versi simili che anche la vicenda potrebbe esserlo: vi dice qualcosa, infatti, essere costretti a un cambio fisso con una moneta troppo forte fino a ridurre alla fame il ceto medio? si? allora dovrebbe suggerirvi qualcosa anche che se ne può uscire proprio scegliendosi una guida politica che abbia il coraggio di recidere i legami con quelle istituzioni monetarie eterodirette, avendo come obiettivo interno primario la piena occupazione anziché la spoliazione criminale della cosa pubblica. E però quelle istituzioni monetarie imperano su quasi tutto il resto del mondo, controllandone anche l'informazione, e quindi la narrazione ufficiale è addirittura capovolta, e a noi arriva solo quella, se non siamo in quell'uno virgola che spulcia sul web.
Due. Quando c'era il comunismo, siamo cresciuti con la narrazione che dove si era sustanziato nel "socialismo reale" la gente vivesse molto peggio di noi. Avere tutti un lavoro e una casa, e praticamente un solo modello di auto, era visto dal nostro punto di vista come una diminutio intollerabile (anche perché affiancata da riduzioni di libertà politiche e di pensiero), e condividere la visione profetica di un Bennato d'epoca sull'illusorietà del nostro modello di sviluppo era sempre più difficile mentre questo arrivava al top delle prestazioni. Adesso che questo modello ovviamente si è inceppato, solo i più fortunati di noi hanno ancora un lavoro, e solo i più svegli hanno già capito che l'obiettivo intrinseco di lungo termine del capitalismo (come "di chi?"? sono così pochi al mondo che si potrebbe mandare l'elenco a memoria...) è da sempre redistribuire la retribuzione dei fattori a suo vantaggio (anche oltre il punto di autodistruzione: si tratta di tendenze "naturali", e tutti i progressi attribuiti al capitalismo sono in realtà frutto dell'azione dello Stato a temperarlo), quindi pian piano toglierci le case e rimandarci a piedi, anche se con lo smartphone, comincia ad essere chiaro che i decenni lungo i quali il capitalismo ha rincorso e superato il comunismo nell'offrire benessere ai suoi sudditi è stato proprio solo perché gli serviva per battere il sistema "nemico". E infatti una volta convinti i russi che stavano peggio di noi e vinta la guerra fredda, ha invertito la marcia, e la crisi odierna è solo il primo risultato visibile di questo processo che ci ricondurrà alla schiavitù per avercela fatta rimpiangere. Processo che inizierà a invertirsi solo quando, arrivato ai suoi effetti peggiori, ricominceremo (-ranno: ogni tanto dimentico quanti anni ho...) a sognare e perseguire un progetto politico che miri a dare un lavoro una casa e il massimo di beni materiali compatibili con le risorse del pianeta a ciascuno dei suoi abitanti. Anche magari senza chiamarlo comunismo...
Tre. Quale interesse può avere un mondo dell'informazione quasi totalmente controllato dai partiti, quindi dai beneficiari massimi della corruzione, a passare notizie sulla corruzione brutta e grossa? Pensiamoci un attimo... chi non ha chiesto un piacere o un servigio, anche solo perché pressato dal bisogno? Non sarà per fare leva sui sensi di colpa per fare accettare legnate che altrimenti provocherebbero ben altre reazioni? Intendiamoci, la corruzione c'è ed è diffusa. Ma dire che ammonta a 60 miliardi e cioè al 50% di quella europea totale, come ha riportato "la voce della Confindustria" e praticamente tutti i telegiornali, che senso ha? Solo se ti informi per altre vie, hai la risposta: scopri che la cifra viene da una lettura strumentale dell'Unione Europea di dati proveniente dalla Corte dei Conti italiana con significato praticamente opposto (la classica "citazione a metà"). Strumentale a preparare gli italiani alla seconda ondata di impoverimento che ci hanno approntato (nel silenzio generale di tutti i partiti M5S escluso) per gli anni a venire. Quando invece basterebbe che si smettesse di regalare soldi ai grandi costruttori (con annesse tangenti) raccontando la balla che le grandi opere servono allo sviluppo e creano occupazione, ai partiti con la scusa dei rimborsi elettorali (ancora una volta, c'è solo un partito che non li ha presi), agli evasori mentre si fa finta di fargli la lotta, alle banche mettendo il regalo miliardario dentro il decreto con cui si abolisce la seconda rata 2013 dell'IMU così si può raccontare che quei cattivacci dell'opposizione populista vogliono rifartela pagare.
Quattro. A proposito del DL IMU-Bankitalia, come sono andate le cose non lo sentirete mai in tivù, quindi occorre ripeterlo, a me qui e a tutti al bar in ufficio in palestra, che ricapitalizzare enormemente la Banca centrale serve non solo a dare linfa ai privati (fondazioni bancarie con dentro sempre loro, i partiti) che la controllano perché i regali di Draghi per quanto enormi non bastano, ma anche a rendere difficilissimo per un governo domani ri-renderla pubblica in vista di riacquistare la sovranità monetaria. E la cosiddetta "tagliola", rispolverata dalla Boldrini per votare subito vanificando l'ostruzionismo messo in atto dai grillini per impedire il "reato", non solo non era mai stata usata in precedenza, ma non è nemmeno nel regolamento della Camera (solo in quello del Senato): l'ineffabile signora (che poi da Fazio, in un siparietto che ha stabilito il nuovo record mondiale di zerbinaggio, ha dato di matto incontrastata) in pratica si comporta come un arbitro che segna un gol e esulta sotto la curva dei tifosi beffati, poi quando qualcuno di quelli giustamente incazzato gli tira qualcosa prima espelle due o tre avversari, poi sospende la partita e assegna il tre a zero a tavolino (Scanzi preferisce "prendersela col poliziotto burbero che ha detto 'stronzo' al ladro e glorificare il ladro perché ha sorriso alle telecamere quando gli hanno messo le manette"). Ebbene, di fronte a tutto ciò, certo anche per ingenuità di Grillo e soci, questi riescono tramite i loro media (grazie al fatto che il loro uditorio è ancora in larga parte composto di boccaloni che confondono il dito e la luna) a imporre, proprio mentre fanno scempio della democrazia, la narrazione che i grillini sono antidemocratici e sessisti, con il solo Travaglio a ricordare che se proprio bisogna a andare a guardare i modi, gli attacchi volgari e violenti subiti dai grillini restano sempre largamente predominanti rispetto a quelli fatti. Ammesso e non concesso che sia ancora tempo di guardare ai modi, anziché alla sostanza di chi prevarica chi per poi lamentarsi delle reazioni del prevaricato.
Cinque. Tocca tornare un attimo sula legge elettorale: anche qui sul mainstream (Fatto quotidiano escluso) nessuna traccia di quanto sbilenca, incostituzionale, controproducente (ha come unico sicuro effetto di ricompattare il centrodestra sotto Berlusconi ridandogli speranze di vittoria, e qualcuno prevede persino che possa favorire Grillo, ma poi non arriva a dedurre la correttezza che si dovrebbe allora riconoscergli per il fatto che la osteggia) essa sia. Il messaggio che passa è che il moVimento critica per criticare (mentre Renzi arriva e fa, visto?) senza essere capace di costruttività, nessuno che ricordi che Grillo ha raccolto oltre un milione di firme per una proposta di legge elettorale rimasta colpevolmente non discussa per due legislature, e perciò decaduta. E che i grillini sono stati gli unici a votare la mozione di un membro del PD per il ritorno al Mattarellum qualche mese fa, sì, gli unici: il PD ha votato contro se stesso (eh si, è recidivo...). Nessuno lo ricorda perché la parola d'ordine, cui è informato anche l'Italicum stesso, è disinnescare il M5S, la prima forza politica in Italia da decenni che ha non solo le ragioni, ma anche delle speranze concrete di cambiare qualcosa, l'ultima rimasta a difendere la democrazia.
Rammentatevelo, quando non ce l'avrete più e rimpiangerete di avere creduto al teatrino di menzogne che vi hanno apparecchiato, e di non avere votato 5 Stelle...

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