lunedì 10 novembre 2014

ORIZZONTE DDR

Si, è vero: era brutta, inquinante e lenta. E non solo non aveva alternative,
ma per averla dovevi avere amici nel Partito e tanta pazienza. Ma questo
valeva anche per tutti i tuoi concittadini, e soprattutto nemmeno il più
potente tra i politici, uno che passava come un feroce dittatore nella
propaganda capitalistica, aveva per se molto di meglio. Qualcosa di
meglio si, ma niente a confronto di ciò che può vantare rispetto a te
l'ultimo dei rozzi galoppini della politica italiana di oggi che col SUV
arrogante chiede strada alla tua vecchia Punto che vale meno
delle rate che ti restano ancora da pagare...
Se i soldi fossero davvero creabili all'infinito non varrebbero niente. La loro distanza dalla ricchezza reale è stata nel tempo incrementata camuffata dissimulata ma il legame c'è sempre eccome. Ragion per cui stringi stringi tutti i problemi del mondo si riducono a uno: il pianeta Terra ha risorse limitate, tutte peraltro derivanti più o meno direttamente dall'energia che vi riversa il Sole (tutte, anche quelli che vi riesce difficile immaginare perchè e come, fidatevi se no devo farci un post a parte e poi non dite che non vi avevo avvisato...), e siamo diventati talmente tanti in totale e troppi a usarne troppe che quelle rinnovabili finiscono ogni anno prima del precedente e per il resto dell'anno si intaccano quelle non rinnovabili. E' un problema noto ma se ne parla ancora come se fosse una bizzarria per riviste di divulgazione scientifica. E' invece, ripeto, il problema da cui derivano tutti gli altri, nessuno escluso.
Solo un boom tecnologico così grande da renderci capaci di attingere immediatamente e con bassi costi e scarse ricadute ambientali all'energia solare sposterebbe un pochino avanti l'asticella di un problema di fisica come questo. E non dico "risolverebbe" perchè abbiamo già visto come funziona con la tecnologia: moltiplicando la capacità di sfruttare le risorse crea anche i presupposti perchè prima o poi le dinamiche demografiche (numero di abitanti, durata della vita, densità abitativa, eccetera) annullino il vantaggio ottenuto con la moltiplicazione, ed è un cazzo e tutt'uno (espressione più efficace di quelle scientifiche a rappresentare un circolo vizioso).
A questo problema in natura esistono due possibili approcci tipo (ideale: la realtà è fatta di diversi toni di grigio ma tutti sono fatti di bianco e di nero), che si traducono in due paradigmi opposti in cui organizzare la società:
  1. di modo che il maggior numero di persone possibile abbia la garanzia di poter avere accesso ad una quota di risorse vicina a quella media procapite, a parte una ristretta cerchia di persone deputate a far funzionare questo meccanismo che dispongono di una quota un po' più grande, e pazienza se questo comporta un deficit di dinamismo generale;
  2. di modo che si inneschi il grado massimo di dinamismo possibile, e questo faccia salire più o meno rapidamente la quota di risorse media procapite a disposizione, e pazienza se questo è inscindbile dalla tendenza naturale a enormi discostamenti da questa media.
Questi due approcci in occasione del "salto tecnologico" (e quindi sociale) rappresentato dalla rivoluzione industriale si sono tradotti in due filoni di teoria economica (e quindi politica) chiamati rispettivamente socialismo (1) e  capitalismo (2). Al di là di ogni giudizio di valore, appare incontrovertibile che il secondo sia più adatto laddove e fino a quando i limiti sistemici sono lontani o sia possibile allontanarli, il primo laddove questi siano relativamente vicini e incombenti. E' questa la ragione storica dell'andamento dialettico tra i due sistemi nella Storia: tutte le volte in cui il capitalismo ha potuto far valere il suo vantaggio competitivo ha prevalso (fino alla vittoria apparentemente finale - al punto di essere definita "la fine della Storia" - degli anni 80), ma nelle situazioni opposte ha invece mostrato fin troppo la corda, provocando sfaceli e precipitando incurantemente milioni e milioni di persone sotto la soglia della povertà, ovvero lasciando loro una quota di risorse procapite non sufficiente a progettare una vita dignitosa (una casa, una famiglia) quando non a nutrirsi.
E' questo il quadro di riferimento in cui occorre inquadrare ogni riflessione intorno alla cosiddetta Guerra fredda: è tanto più opportuno rammentarlo quanto più il mainstream coglie l'occasione di celebrazioni a cifra tonda per riproporre a manetta interpretazioni false e distorte (anche quando ricordano che la Germania ovest potè annettersi l'est grazie alla flessibilità dei partner europei lo fanno sia per invocare la restituzione del favore che per negare la proprie responsabilità nella crisi attuale, e comunque mai sottolineano che si trattò di un'annessione depredatoria di ricchezza e forza lavoro con una moneta unica come arma letale) della Storia.
Durante la depressione degli anni 30 erano gli americani a morire di fame, riguardarsi Chaplin e Stallio e Ollio please, e con loro mezza Europa, altrimenti non ci sarebbero state neanche le precondizioni per la nascita (in Italia) e l'affermazione e la propagazione dei nazifascismi, e i successi di Stalin non avrebbero avuto tutto il fascino che avevano su mezzo occidente: aveva le risorse, e un piano per distribuirle accettabilmente. Che resse fino a che gli ammericani non spinsero il loro modello a tavoletta, nel trentennio fino al 1989, creando artificiosamente e appositamente tutta la differenza tra il livello di vita occidentale rispetto a quello di oltrecortina che spingeva i tedeschi dell'est a scavalcare il muro e alla fine distrusse, grazie al colpo di grazia degli euromissili (economico: per il capitalismo fabbricare armi è volano di crescita, per il socialismo distrazione di risorse rispetto ad altri vitali settori produttivi), il modello avversario. Infatti, non a caso, sbaragliato il campo si sono rimesse in moto, e con quanta efficacia lo stiamo verificando quotidianamente (e sarà sempre peggio, vedrete), le inerzie di sistema che costringono il capitalismo a minimizzare la retribuzione del fattore lavoro incurante di cosa questo significhi per la sussistenza di milioni di individui (e in definitiva di se stesso).
Insomma, non so se esista un governo, e a quale livello (singolo Stato, UE, mondo) questo debba operare per riuscirvi, in grado di arrestare questa tendenza  "naturale" prima che ciascuno di noi si trovi a vivere in condizioni per cui se arrivasse un Honecker a dirgli "con me forse di vivere nello spreco e nel superfluo non te lo potrai nemmeno più sognare, ma ti garantisco che avrai una casa magari grigia e brutta ma uguale a tutti gli altri e riscaldata il giusto al prezzo giusto, un lavoro per tutta la vita, e se hai pazienza una lenta inquinante ma indistruttibile Trabant" si guarderebbe in tasca, poi intorno, e accetterebbe con entusiasmo. Se ci pensate bene, con i dovuti adattamenti culturali, è la leva con cui prende piede l'integralismo islamico: un sistema che nella nostra dicotomia è da definirsi socialista, perfettamente adatto ad un mondo di risorse scarse.
Forse sto esagerando, allora prendetela come un'iperbola utile a orientarvi nelle scelte politiche (non vi va - o non vi va più - bene Grillo? allora l'odiata Lega, o una Le Pen, ma mai più il PD o ogni altro schieramento fautore o anche semplice complice - come Berlusconi, suo finto oppositore - del perverso disegno di svuotamento della democrazia che è il progetto Unione Europea a guida monetaria e monetarista), ma il guaio è, e lo sapete anche voi, che forse, almeno forse, sto descrivendo un futuro possibile. E allora maledirete con me fino all'ultimo fiato chi lo ha reso tale. E finito il fiato lascerete la parola a un profeta:
"la scimmia del quarto reich ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava le abbiamo visto tutti il culo".

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