venerdì 17 luglio 2015

LA PAPERA NON GALLEGGIA

Si, non era quello della papera il tormentone più famoso dei Trettrè...
(Gino Cogliandro è quello con la barba...)
Chi non coglie la citazione del titolo, può andarsi a vedere qui un vecchio video dei Trettrè, trio (ma và!) di comici napoletani (tra cui un mio quasi omonimo, che ho avuto anche l'occasione di conoscere di persona qualche anno dopo quella stagione di notorietà televisiva, pensaumpò) che andò per la maggiore due o tre decenni or sono. Il video attacca esattamente al momento in cui parte uno dei tormentoni di maggior successo del sodalizio, che poi altro non è che un vecchio proverbio; il titolo di questo post ne riporta la seconda strofa. La prima è il tema del post.
Quando si parla di deficit, debito pubblico, moneta, eccetera, il pericolo maggiore che si corre è applicare per analogia allo Stato le categorie mentali con cui si ha a che fare maneggiando il bilancio familiare. Che la microeconomia e la macroeconomia funzionino con meccanismi talvolta lontanissimi è uno dei primi principi che si studiano all'università, ma ora è meglio restare sul pratico. Anche perchè l'erronea analogia di cui sopra affligge non solo tanti "privati cittadini", ma anche molti, troppi, addetti alla comunicazione di massa, che vuoi per ignoranza propagano, vuoi per malafede instillano e propugnano, questa vera e propria falsa coscienza.
Uno Stato sovrano, infatti, è tale proprio perchè è un sistema al cui interno "gira" tanta moneta quanta ne può e vuole emettere, mentre un padre di famiglia non ha questa facoltà e deve fare i conti con quanti soldi riesce a guadagnare, cioè a far entrare nel suo, di sistema. La partita è proprio nella differenza tra quel "ne può" e quel "ne vuole", perchè se immaginiamo uno Stato come un sistema chiuso, quel ne vuole può estendersi fino al punto di "finchè tutti abbiano di che campare" definendo come gli pare anche quel "campare". Il problema è che se il sistema non è chiuso, come nessuno del tutto lo è stato mai, e come nessuno ormai lo è per niente, quel "ne può" spesso è un limite inferiore, commensurato alla "ricchezza reale" (terra fertile, materie prime, industrie con cui si trasformano, conoscenza e organizzazione a moltiplicare i fattori precedenti), che se viene spinto fuori dalla porta (emettendo moneta fino al "ne vuole") rientra dalla finestra (diminuendone il valore relativo sui mercati internazionali).
Adesso vi è evidente perchè e per come con l'Euro di fatto noi non siamo più uno Stato sovrano: non possiamo, con libere elezioni, mandare al governo chi vuole far girare abbastanza soldi da farci campare tutti (Visto i Greci? Hanno creduto a un tizio che gli diceva, per ignoranza o malafede, che si può, e ci hanno subito sbattuto il grugno. Il tizio doveva essere capace di dire, invece, chiaramente, cosa comportava il tentativo di riprendersi la sovranità: ri-stamparsi i propri soldi, anche se sul mercato mondiale valgono poco, per campare magari poveri ma tutti).  Nulla di male, se l'Europa fosse a sua volta uno Stato sovrano con la possibilità reale, per i suoi cittadini, di eventualmente eleggere dei rappresentanti con l'obiettivo di garantire lavoro (o reddito) e diritti minimi per tutti. Ma non lo è e non lo sarà mai, semplicemente perchè le realtà economiche al suo interno sono così diverse che sono gli elettori stessi a volere, ancor più degli eletti, cose diverse: ad esempio, la Merkel non fa che il suo mestiere, l'hanno eletta e rieletta per farlo, cioè l'interesse della maggioranza dei tedeschi. Che è mantenere il "si vuole" al livello di un "si può" compatibile con la competizione tra l'Euro e le altre grandi monete mondiali, anche se questo comporta che alla periferia sud dell'UE c'è gente che non campa più. Non avremo mai, mai, quell'Europa che sognavamo, che garantiva il suo modello di vita centrato sul welfare come esempio per il mondo. Non è strutturalmente possibile. Chi a sinistra continua ad aleggiare questo sogno davanti al naso dei suoi elettori è, se vogliamo, molto più colpevole dei banchieri, nei confronti delle vittime (noi tutti). Perchè inganna sapendo di ingannare, e se non lo sa è peggio ancora.
Tornando, per pura facilità di esempio, al caso di studio di prima, uno Stato sovrano che è sistema chiuso può arrivare dove vuole con quel "si vuole", purchè sappia usare come si deve la leva fiscale. Le tasse, infatti, e qui abbiamo un secondo elemento decisamente controintuitivo (anche perchè i mass-media anche qui contribuiscono pesantemente a diffondere falsa coscienza), NON servono al Re per reperire le risorse per fare girare lo Stato, perchè questo già le ha, ma servono allo Stato per garantire la funzionalità del meccanismo con cui le risorse girano. Infatti, come è facilmente dimostrabile, con la giusta tassazione, che è inferiore al livello attuale in Italia e non di poco, nel giro di pochi passaggi tutto il deficit rientra nelle casse dello Stato, e poi è tutto guadagno da reinvestire. A meno che non si attivino meccanismi perversi per cui rivoli più o meno grossi fuoriescano da questo circuito: è quello che succede con la corruzione, il nero, la criminalità organizzata. Allora, nemmeno livelli di tassazione abnormi possono bastare, anzi costituiscono un aggravio di iniquità, in quanto di fatto effettuano una redistribuzione tra chi deve pagare le tasse per forza e chi può non farlo. Ecco perchè senza una lotta alla corruzione "di livello giapponese", anche una piena sovranità monetaria sarebbe inutile.
Dai due capoversi precedenti si può solo dedurre che è dovere civico preciso di ogni cittadino di buona volontà sostenere, fino a portare alla vittoria totale e duratura, l'unico movimento politico che si propone assieme di ridare la sovranità piena al nostro Paese, e di modificare le regole stesse di selezione della classe politica di modo da disinnescare la corruzione. A prescindere dalle etichette che si possano affibiargli per la sua collocazione nel continuum destra/sinistra, o per il suo livello di democraticità interna, il moVimento 5 stelle rappresenta ormai l'unica speranza, con concrete possibilità di attuazione, di salvezza per l'Italia. O (stra)vince Grillo, o facciamo la fine della Grecia: ficcatevelo in testa, o non vi lamentate più della scuola pubblica che viene smantellata, della privatizzazione persino dell'acqua (nonostante un referendum stravinto), del lavoro che non trovate, eccetera: non sono incidenti dovuti alla crisi che sta finendo, sono precisi obiettivi di questa Unione Europea. Voi, secondo loro, non avete nessun diritto a guadagnare di più, ad avere più cose e più diritti, di un indiano o di un cinese: se siete daccordo con questo, continuate a votare per chi votate, tanto da Sel alla Lega passando per il PD e il centrodestra (più o meno ex) berlusconiano non cambia niente di niente. Ah, e se credete che questo possa avvenire attraverso l'innalzamento delle condizioni altrui piuttosto che l'abbassamento delle vostre, allora siete proprio dei deficienti boccaloni e per voi non c'è nessuna speranza.
In realtà, se un meccanismo del genere aveva una qualche speranza di innescarsi, questa passava per la difesa a oltranza del modello di vita degli europei da parte di una Unione che a questo doveva servire, porca miseria, per questo abbiamo votato si a un referendum consultivo, non per quello che è stato fatto che invece è l'opposto, ragion per cui ora noi facciamo un altro referendum analogo (si, proprio come quello, con buona pace di chi taccia di impraticabilità la strada proposta da Grillo), lo vinciamo, e poi il nostro nuovo premier Di Battista (o chi per lui, tanto anche lui non avrà che dieci anni al massimo di carriera politica) si siede al tavolo con la Troika per il taglio del debito con in tasca un piano B, una vera e concreta minaccia di DEMOLIRE questa Europa uscendone: una pistola vera non la scacciacani di Tsipras.
Torniamo alla metafora acqua/moneta, dunque, e pochi cazzi: siamo in un pianeta che si desertifica, e il mondo migliore sarebbe quello in cui l'acqua che c'è fosse innanzitutto distribuita perchè nessuno muoia di sete, ma non siamo in potere di realizzare questo mondo; possiamo però almeno costituire un esempio, a cui gli altri tentino di uniformarsi: da noi l'acqua si distribuisce perchè tutti possano almeno avere una esistenza dignitosa, e il di più, ma solo il di più, si concentra nelle mani dei più capaci secondo dinamiche capitalistiche. Oramai è dimostrato al limone: il capitalismo o viene ingabbiato con regole ferree, o agisce secondo sue proprie logiche che sono per natura incuranti di quanti restano senza sussistenza, anzi addirittura della sopravvivenza stessa del sistema, proprio come un batterio che senza antibiotici continua a moltiplicarsi secondo le sue regole riproduttive del tutto incapace di comprendere che uccidendo l'animale che lo ospita finirà per estinguersi esso stesso. A furia di pompare con le sue potenti idrovore le risorse per concentrarle secondo la sua logica, nelle mani dell'uno per cento, nel resto del pianeta l'acqua scarseggia.... Eccetera eccetera.

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