giovedì 31 marzo 2016

SI IERI E OGGI, NO DOMANI

In questi giorni può capitare di sentire in radio uno spot che parla della cooperazione internazionale con la enfasi e la correttezza tipiche della pubblicità progresso di cose bellissime tra cui i diritti umani. Fin qui niente di strano, la solita menata autoreferenziale di stampo progressista. Poi però succede una cosa insolita. Avete presente la voce che dopo la pubblicità di un farmaco che ne decanta le magnifiche qualità ti spara a macchinetta veloce veloce quelle cose tipo "può avere effetti collaterali anche gravi, leggere il foglietto illustrativo e in caso di problemi consultare il medico"? Ecco, qui a fine spot dice, esattamente con la stessa cadenza mitragliata, questa frase:
Il testo l'ho tratto dal video dello spot, era appiccicato alla fine: eccolo qui al minuto preciso, per i santommasi, anzi per tutti, così lo riavviate e toccate con mano quanto è inquietante.
A suo tempo ciascuno diede il propio
contributo
, e stravincemmo, ma con
questa classe politica non basta, serve
trovare il modo di azzerarla e resettare.
Tra i vari diritti che menziona, infatti, c'è quello all'acqua in quanto bene primario. Ora, la sensazione che da lo spot con la sua coda posticcia, sia all'ascolto che alla visione, è che in sede UE si è scelto di non respingere una richiesta di contributo alla realizzazione della campagna solo per evitare di passare per quelli che sono contro la cooperazione internazionale eccetera eccetera, ma nell'accoglierla si è badato bene a prenderne le distanze, anche se in modo non immediatamente intellegibile. Oppure, peggio, che il contributo UE sia genuino ma il governo italiano abbia poi fatto attaccare quella pecetta postuma, per evitare che lo spot potesse essere interpretato come un "manteniamo pubblica l'acqua ce lo chiede l'Europa", in un momento in cui si appresta a vanificare per legge, dopo averlo fatto per anni nella pratica degli enti locali, il risultato del referendum sull'acqua del 2011 (26 milioni di si, praticamente un plebiscito, con tra l'altro il PD compatto da quella parte, Renzi compreso, viva la coerenza...).
Oggi, sappiamo che anche se raggiungessimo
il quorum per bloccare le trivelle, troverebbero
il modo di catafottersene. Per cui facciamo pure
la nostra campagna per il SI, ma consapevoli che
se non li mandiamo a casa sarà comunque inutile.
D'altronde, se uno può nello stesso tempo fare una legge che disinnesca parzialmente un quesito referendario per poter dire che è inutile, rifiutare di accorpare il voto referendario a quello amministrativo per paura che questo favorisse il raggiungimento del quorum, anche se ciò comporta una notevole spesa, e poi invitare a disertare le urne perché quella spesa è inutile (sorvolando sul fatto che l'ha causata lui, e che ormai è fatta anche se tutti disertano le urne), senza che chiunque lo incroci per strada sputi almeno per terra, allora vuol dire solo che il processo di anestetizzazione dei cittadini è quasi completato. Sto parlando, a proposito di referendum, di quello delle trivelle del prossimo aprile, sulla cui utilità è peraltro lecito avere dei dubbi, e non nel merito (le ragioni per il SI ci sono tutte, solo che sul mainstream non se ne parla, e ciò non è certo un caso...), ma visto appunto che neanche raggiungere un quorum e un si trionfale basta a vedere la volontà popolare rispettata: viene davvero da rinunciare all'esercizio formale della democrazia, tanto anche nelle elezioni grazie ai meccanismi elettorali è praticamente vano, per almeno togliere ogni legittimazione a questi suoi killer prezzolati.
Forse allora conviene concentrarsi, e se
serve risparmiare le energie, su un obiettivo
suscettibile di dare risultati concreti: Renzi
ha fatto del prossimo referendum confermativo
delle sue riforme costituzionali, vero e proprio
scempio da far sembrare quelle berlusconiane
sagge ed equilibrate, un plebiscito sulla sua
testa. Approfittiamone per farla rotolare giù...
Sempre a proposito di referendum, allora, forse conviene risparmiare le energie per concentrarle sul vero e proprio spartiacque che potrebbe essere quello confermativo della riforma costituzionale renziana. Si tratta, è bene ricordarlo, di una versione notevolmente peggiorata delle stesse porcherie che fece a suo tempo Berlusconi e che l'allora centrosinistra avversò appunto facendo campagna contraria al referendum confermativo. Comprendere come sia possibile che i politici piddini, ieri pasionari del no, oggi possano senza sputarsi in faccia allo specchio essere fautori del si, è difficile, ma ci si riesce pensando a quanto sia comoda e remunerativa la carriera politica rispetto a qualunque lavoro ammesso che si sia capaci di svolgerne uno. Ma risulta davvero quasi impossibile comprendere come una maggioranza di cittadini comuni, non legati neanche ai rivoli di ricaduta economica del potere, possa ancora seguire ottusamente l'appartenenza partitica piuttosto che la logica fedeltà ai propri valori da anni traditi e calpestati dal proprio partito di riferimento. Per cui, penso che possa davvero vincere il NO, e che il progetto autoritario renziano possa naufragare trascinando nei flutti tutti i suoi promotori. Pertanto io mi concentrerei su questo, piuttosto che sui referendum del prossimo aprile (a cui certo, andrò e voterò si) o sulle amministrative di poco dopo (che sembra che tutti giochino a perdere, nel tentativo di sputtanare i grillini affidandogli il governo delle città in un momento in cui è quasi impossibile far bene, per le risorse ormai prosciugate e le tensioni anche terroristiche in agguato - ma certo, andrò a votare, e senza dubbio per la Raggi). Poi, penseremo alle elezioni politiche che seguiranno a breve l'eventuale disfatta renziana; prima bisogna approfittare dell'ultimo strumento in grado di causarla; se falliamo, dopo tanto vale smettere anche di votare, la tirannia del Capitale a guida UE è pronta a avocare il potere direttamente a se stessa, i fantocci quando non servono più si gettano via...

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