mercoledì 13 aprile 2016

G.C.

Ci accomunavano le iniziali e poco altro. Non faceva nulla per rendersi simpatico e infatti lo era a pochi, e non molto neanche a me. Era esageratamente ottimista sulla democrazia diretta via web: francamente io sono più dell'idea che ogni strumento può essere usato bene o male, e anche se da giovane aspirante pubblicista mi ero addirittura lanciato su Parallelo 38 a un (ops...) parallelo tra le possibilità aperte dall'era informatica e le prime istituzioni democratiche nella Grecia antica (il pezzo si chiamava "Tante tavolette di terracotta", alludendo all'ostracismo e al silicio dei processori...), già a metà anni 80 avvertivo un pericolo nella tendenza allora agli albori di "abbassare" la soglia minima di evoluzione necessaria all'uso delle macchine piuttosto che "innalzare" il livello di alfabetizzazione di tutti alla "nuova scrittura", ed oggi - ad analfabetismo di ritorno già bello e realizzato - che tutti sappiano votare con uno smartphone mi pare semmai garanzia di bassa qualità delle decisioni e di alto grado di manipolabilità (e sennò non avremmo avuto i peggiori vincitori di Sanremo negli anni in cui contava di più il televoto...). E sono certo che ha ragione chi temeva questa sua ingenuità, e forse anche l'esistenza di suoi lati "oscuri". Ma Gianroberto Casaleggio passerà alla Storia per essere stato l'agente catalizzatore di un radicale cambiamento d'idea in Beppe Grillo (cosa di cui certo sono capaci solo le persone intelligenti, ma magari talvolta con l'aiuto di qualcuno e/o del destino...), avendolo voluto incontrare dietro le quinte di uno show durante il quale spaccava a mazzate un computer, per fargli capire che stava sbagliando... E si, anche per aver contribuito enormemente alla nascita e all'affermazione del MoVimento 5 Stelle, ma ciò solo se, dato che la Storia la scrivono i vincitori, questo riuscirà a realizzare il suo progetto, cambiando finalmente il nostro sciagurato Paese. Altrimenti, se la parabola dei grillini dovesse chiudersi prima, solo per gli aneddoti e la fama da "guru"...
La soglia su cui scorrono le sliding doors su questi due scenari, per reiterata affermazione dello stesso Renzi, è il referendum confermativo delle sciagurate riforme costituzionale approvate proprio oggi, approfittando della (ok, comunque non decisiva...) rinuncia per lutto dei grillini all'attuazione del promesso ostruzionismo. Ho già scritto troppe volte di queste riforme, ricalcanti in senso peggiorativo quelle berlusconiane solo pochi anni fa bloccate da un referendum analogo a quello del prossimo ottobre grazie anche a un PD allora compatto nella difesa della nostra Carta; adesso basti ricordare che l'effetto combinato di queste e della nuova legge elettorale è rendere possibile anzi probabile uno scenario per cui un partito col 30 per cento dei voti, ma anche meno, prenda la maggioranza assoluta dei seggi dell'unica Camera con potere legislativo, e quindi controlli senza problemi l'esecutivo direttamente, la Corte Costituzionale attraverso i meccanismi di nomina che ci si è appositamente scordati di adeguare al nuovo assetto, l'esecutivo attraverso questi squilibri complessivi, anche perché sono andati a toccare anche le norme di revisione Costituzionale cosicché il vincitore possa ulteriormente distorcere le regole a proprio favore (finendo di distruggere la stessa Carta) senza argini di alcun genere. Se, nonostante il prevedibile battage di un'informazione mai così serva del potere, riusciremo a fermare questo obbrobrio e mandare a casa Renzi e nel dimenticatoio il partito-bestemmia, avremo modo di tentare di ricostruire la democrazia in Italia, altrimenti ciccia.
Dico questo non solo per omaggiare chi non lo può più dire, e però ci ha lasciato in mano un'arma funzionante e adeguata alla bisogna. Lo dico anche perché, al di là di quella che sarà la parabola storica del movimento fondato da Grillo e Casaleggio, è chiaro come il sole qual'è la parte cruciale del loro messaggio, quella che farà la differenza se verrà colta o meno, a prescindere di chi o quale partito o movimento la dovesse attuare. E' che i meccanismi di selezione della classe politica in Italia, sia nella Prima che nella Seconda Repubblica figurarsi nella Terza così come la stanno impostando, sono la costante di perversione che ha tenuto lontano il nostro Paese dal concetto di "democrazia di fatto". Molto lontano. E non per caso: dovevamo avere sovranità limitata, per ragioni che nella storia sono cambiate magari ma senza cambiare il risultato. Questa l'ho già detta, mi pare, ma la ripeto perché ci sta, in morte di GC: io sono ancora convinto che il M5S, se dovesse riuscire ad andare al governo e restarci abbastanza a lungo, abbia il programma giusto per moltissime dimensioni. Ma di queste ce n'è una che basterebbe, se per qualche accidente venisse attuata, che so anche se venisse cavalcata per opportunismo dagli altri schieramenti che odorassero il sentimento popolare, a cambiare l'Italia: i meccanismi di selezione della classe politica, appunto.
Nessuno deve potere vivere di politica per tutta la vita, il concetto di carriera politica deve essere limitato a un periodo di tempo relativamente breve (10 anni al massimo) durante il quale il politico (tornando al senso etimologico del termine "candidato") deve rinunciare a priori alla privacy per ogni aspetto pubblicamente significativo, reddituali e patrimoniali in primis. Trasparenza totale da prima a dopo il decennio di attività, con inversione dell'onere della prova su qualunque forma di arricchimento: ci stai? vuoi fare ancora "servizio civile in politica"? firma qui e prego, avanti c'è posto. Ah, no? pazienza, fatti indietro e avanti un altro... O così o siamo finiti. Passate parola, o così o siamo finiti, anche se vinciamo il record del mondo di riforme costituzionali e slogan in inglese maccheronico. Chi l'aveva capito per primo ci ha lasciati, ma con delle possibilità in mano. Usiamole.

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