mercoledì 10 gennaio 2018

IL MIO NEMICO

"io da grande volevo essere il posto fisso"
Quo vado? di Checco Zalone è un film che oltre che ridere (tanto) a me ha fatto incavolare (tantissimo) al cinema, e di nuovo ieri sera che l'hanno passato in TV (in chiaro, quella a pagamento non mi avrà MAI). Mentre sembra prendere in giro l'etica "da Prima Repubblica" del suo protagonista, infatti, l'accoppiata Medici/Nunziante sferza, non so quanto consapevolmente ma a me piace pensare di si, proprio la nostra acquiescenza al credo della Seconda Repubblica e ai dogmi della UE, cioè della globalizzazione, che ci ha indotto a buttare (anzi, magari averlo fatto davvero...) assieme all'acqua sporca della corruzione e del fancazzismo anche il bambino del diritto di ciascuno a una esistenza libera e dignitosa, che pure sarebbe nella nostra (settantenne da pochi giorni) Costituzione.
Di oggi è invece la notizia che anche un vecchio comunista come Ivano Marescotti si è arreso all'evidenza che oggi chi abbia a cuore la sorte del popolo italiano non può che votare 5stelle, accantonando ogni giudizio di dettaglio. Il 4 marzo prossimo (a proposito, che data ben augurante per un "passaggio"! nel 43 ci era nato Dalla, nell'86 mi ci sono laureato io....), infatti, non sono in gioco i massimi sistemi della identità ideologica di ciascuno di noi, bensì molto più prosaicamente, ma anche molto più crucialmente, la possibilità stessa di un futuro per il nostro Paese diverso da quello che è stato scritto altrove.
Cialtroni quanto volete, gli italiani si sono sempre segnalati, quando hanno capito che era il caso, per aver saputo cogliere il momento storico, e speriamo che sia così anche stavolta. Neanche a me convince del tutto Di Maio, ma forse è l'uomo giusto (capita spesso nella Storia una cosa così) per portare al suo schieramento quel margine di voti che serve per arrivare primi (stavolta nettamente) e per trattare col giusto grado di faccia tosta eventuali appoggi servano per governare, visto anche con che porcheria di legge elettorale ci stanno facendo votare.
Per convincere altri amici (molti lo stanno facendo e lo dicono, altri non lo dicono e forse non lo diranno mai, ma l'importante è che lo facciano nel segreto delle urne...) a saltare il fosso almeno per questa volta, forse è utile fornire una chiave di lettura "storica": nei momenti cruciali di cui sopra, quello che conta non è schierarti "per" il tuo amico, ma "contro" il tuo nemico. Cioè, in ogni modo fermare chi porterà definitivamente alla rovina tutto ciò in cui credi, dopo avere già in molti modi dimostrato di essere ferreamente determinato a farlo, magari mentre a parole ti dice il contrario e ti titilla con questioni marginali complice una macchina di propaganda ben oliata. Per poterlo fare, occorre individuare correttamente questo nemico: Daniele Silvestri lo fece in musica qualche anno addietro, chissà se ora raggiungerà Marescotti nelle conclusioni, noi ora qui, non potendone raggiungere i vertici poetici, lo facciamo in prosa.
Il mio nemico è chi costantemente addita come antidemocratico chi non si allinea con l'Impero, manipolando di continuo la narrazione in modo da fare accettare all'opinione pubblica politiche aberranti come l'imposizione della democrazia per via militare, la destituzione bellica di governi legittimi, l'embargo affamatore salvo poi denunciare le condizioni di vita degli embargati come se fossero colpa dei loro governi, da Cuba al Venezuela, dall'Iran all'Iraq, dalla Corea del Nord all'Ucraina, dalla Jugoslavia alla Siria, dalle "primavere arabe" della fissetomamma al disastro libico e africano in genere, per non parlare di Palestina e Afghanistan.
Il mio nemico è chi ha pian piano cancellato dalla mente dei nostri ragazzi il concetto stesso di "diritto al lavoro", anche questo costituzionale, rimpiazzandolo con una precarietà perenne che dovremmo pure essere contenti quando fa registrare uno zero virgola in più di percentuale di occupati. E, anziché lanciare un piano di occupazione pubblica in larghissima scala, a rendere inutile o se no affiancare dandogli senso il reddito di cittadinanza, continua da almeno trent'anni a menarcela con la produttività e l'efficienza.
Il mio nemico è chi ha trasformato il sogno di una Europa senza più guerre nell'incubo di una Europa in cui le guerre si combattono e vincono senza armi, ma con vittime a milioni. Una Europa in cui è stata imposta una moneta costruita appositamente per impedire non tanto la svalutazione a tanti quanto soprattutto la rivalutazione a pochi, così questi ultimi hanno potuto distruggere il tessuto industriale dei primi. Ma questo non sarebbe stato possibile senza la collaborazione prezzolata del mio nemico: quella classe politica che fingendo di litigare era d'accordo nell'attuare il crimine per cui era stata ingaggiata, aiutata in cambio delle briciole da una stampa che ci ha divisi in tifoserie per distrarci.
Il mio nemico è chi, in altre parole, si è arricchito per fare da sicario, attuando il progetto capitalistico globale di appiattimento verso il basso delle condizioni di vita del 99% a favore dell'1% suo mandante. Nessuna recessione era necessaria, solo semmai una decrescita controllata per riallineare gradatamente il modello di sviluppo a uno compatibile con le risorse del pianeta. Quella a cui ci hanno costretto, e ancora non hanno mica completato l'opera, è un'azione di guerra sociale.
Il mio nemico è chi per non farmi vedere i suoi crimini mi agita davanti al naso questioni che sarebbero importanti solo una volta che quelle fondamentali fossero al posto loro. Marx parlava di struttura e sovrastruttura, andarselo a rileggere non sarebbe male. Senza un reddito sufficiente e stabile, nessuna delle dimensioni del nostro spirito che consideriamo evolute è possibile, ficcatevelo in testa. Chi mi toglie ogni garanzia sul primo piano non ha nessun diritto, ripeto nessuno, di parlarmi sul secondo. Di niente. Ecco perché girano le palle a tanti a sentire parlare di accoglienza ai migranti, parità di genere, matrimoni gay, testamento biologico e altre bellissime cose: non siamo diventati razzisti, siamo tornati poveri, magari non come i nostri nonni, ma con molte molte meno speranze di loro. E coi padri il paragone nemmeno si pone, su entrambe le dimensioni.
Potrei continuare a lungo, e sicuramente su alcuni dei temi sfiorati tornerò ad ammorbarvi in dettaglio, ma per l'identikit del mio nemico basta e avanza. E corrisponde a tutto lo schieramento politico, ad eccezione solo del movimento 5 stelle. Per ora, poi vediamo. Non è detto che questi ultimi siano in grado di salvarci, che so magari di andare a Bruxelles ora che "il fronte franco-tedesco" è incrinato e costringere l'UE a perseguire la piena occupazione trasformando la BCE in prestatore di ultima istanza in funzione di enormi incrementi della spesa pubblica per investimenti, e se no sciogliere i trattati e perseguire gli stessi obiettivi in casa con una recuperata sovranità monetaria (non date retta ai TG, le cautele di Di Maio significano solo che non è scemo: sono cose che non si annunciano, si fanno e basta, e fino a un attimo prima si nega). Non è detto che i grillini siano la soluzione. Ma tutti gli altri sono il problema. Tutti. Datevi pace, c'è una sola cosa che potete fare il 4 marzo per sconfiggere il Nemico.

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