Leggoescrivoperdiletto

Sul profilo ho messo "scrittore" perché nel 1999 ho pubblicato un libro di racconti (Chi c'è c'è, ormai fuori catalogo, titolo tratto da una canzone dei CSI), ma sarebbe stato più corretto scrivere "lettore", perché ho cominciato a leggere libri da adolescente grazie ad una illuminata professoressa di italiano e non ho più smesso di farlo, voracemente, anche più libri assieme.
Scrivere mi è sempre venuto naturale, ma mentre per i temi a scuola e per gli articoli dopo sono stato sempre e sono (come si vede da questo blog) incontinente ed esibizionista, per la mia produzione pseudoletteraria invece sono stato sempre e sono stitico e pudico. Questo proprio per via della mia anima di lettore "severo": rileggendo i miei prodotti, ne sono il primo e spietato critico, e li boccio. E ciò da sempre: come moltissimi adolescenti, scrivevo poesie, ma già allora pensavo sottopelle qualcosa che poi ho codificato "da grande". Sentivo, cioè, che l'esercizio di mettere in versi liberi i pensieri non richiedesse abbastanza disciplina perché il prodotto della mente ne venisse sufficientemente filtrato. Oggi, penso fuori dai denti che la destrutturazione ermetica della poesia abbia causato un'inflazione di poeti così come ad esempio quella astrattista nella pittura ha fatto dei pittori: non che non sia ancora possibile fare e trovare buona poesia, ma è più difficile, proprio perché è più facile farne di cattiva. Ma ai tempi sentivo di aver bisogno di una "griglia" in cui costringere i miei pensieri: ascoltavo molta musica, era l'epoca d'oro dei cantautori, due più due fa quattro, cominciai a scrivere canzoni. Ne ho "nel cassetto" oltre un centinaio, una ventina delle quali hanno un testo ancora attuale, o che perlomeno passa dai filtri di presentabilità messi su da una mente più avanti con gli anni. Con la band un paio ho persino tentato di cantarle, prima che una serie di interventi alle corde vocali stroncassero sul nascere le mie velleità. E allora, non restava che riciclare quelle idee in una forma con meno briglie, o con più gradi di libertà se vogliamo usare un termine matematico: ecco i racconti che sono confluiti nel mio libro, assieme ad altri nati a progetto avviato.
Ma un conto è raccogliere in maniera posticcia dei racconti con un filo conduttore, un altro è concepire un romanzo. Ho la storia e l'intreccio, ho qualche pezzo, ma sono sedici anni che non decolla, tarpato da un lato dal suddetto pudore da autocensura, dall'altro dallo sfogo delle esigenze intime di comunicazione per altra via: la scrittura paragiornalistica via Internet, su questo blog e non solo, che non avendo né il limite della carta né il severo critico letterario interiore a frenarla fiotta libera persino troppo.
Intanto, il diletto per i libri lo coltivo come lettore a tratti compulsivo, tanto che mi viene difficile persino tracciare su due piedi una lista dei miei autori o peggio titoli preferiti. Ci provo, tanto per giocare:
  • Omero, Odissea, cui associo Omero, Iliade di Baricco
  • Herman Hesse, soprattutto Il gioco delle perle di vetro
  • Calvino, moltissime cose, forse Le lezioni americane in testa
  • Benni, quasi tutto, ma segnalo La compagnia dei celestini per la visione profetica di quello che sarebbe diventata l'Italia di lì a poco (è del 92, credo)
  • Camilleri ma non Montalbano, belli i primi ma in calo continuo, direi Il re di Girgenti e l'esilarante La concessione del telefono
  • Sepulveda, specie Il vecchio che leggeva romanzi d'amore
  • Eco, Il pendolo di Foucault
  • Zafon, L'ombra del vento
  • Swift, I viaggi di Gulliver, attualissimo
  • Roger Callois, I giochi e gli uomini, e segnalo anche la prefazione dell'immenso Giampaolo Dossena
  • Juan Antonio Rivera, Tutto quello che Socrate direbbe a Woody Allen, la filosofia spiegata tramite il cinema
  • Pirandello, Uno nessuno e centomila
  • Silone, tutti ma in testa L'avventura di un povero cristiano
  • Suskind, Il profumo, letto molto tempo prima del film
  • Saramago, molte cose ma è meraviglioso Il vangelo secondo Gesù
e basta che sennò non ha senso, anche se so che ne sto scordando molti. Magari ci torno su...
....
Aggiornamento. E' uscito il mio secondo libro, terzo con Le ricette di Nonna Carmela, primo romanzo (anche se breve). Si chiama Sushi marina, in copertina è scritto come una stazione ferroviaria ma forse è l'insegna di un ristorante. Si trova nelle migliori librerie reggine (molti dialoghi sono in dialetto) e nei principali bookstore online, vi farà pensare e ricordare, incavolare e divertire, insomma vi piacerà.

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